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BEATRICE

L'ultima sequenza purgatoriale è originale e sconcertante: il ritorno di Beatrice apre la riflessione sulla salvezza personale e su quella dell'umanità. Dante s'inoltra nella selva folta e viva dell'Eden e qui trova Matelda in una fantasmagoria allegorica sulla quale svetta una figura con un tricolore verde rosso e bianco a simboleggiare la Fede, la Speranza e la Carità: è Beatrice che torna dopo dieci anni. E’ l'epifania di Beatrice vestita del tricolore e Dante trema ed è affranto.

Beatrice si rivolge direttamente a Dante e per la prima volta lo chiama per nome. Beatrice dall'alto del carro «ispeziona» il poeta, è dominatrice, aggressiva e tagliente per cui questo atteggiamento appare quasi inaspettato. Beatrice è irata e deve portare Dante alle lacrime e al pentimento

La figura di Beatrice

Dante descrive l'apparizione di una donna coperta dalla nuvola di fiori e la paragona a quella del sole che, talvolta, sorge velato da spessi vapori che rendono l‘Oriente di colore roseo e permettono di fissare lo sguardo sull'astro. La donna indossa un velo bianco e una ghirlanda di ulivo, un mantello verde e una veste color rosso vivo: anche se Dante non l'ha ancora vista in volto in quanto velata, il suo spirito avverte la potenza d'amore ed egli riconosce in quella figura Beatrice. Turbato, si volta alla sua sinistra per dire a Virgilio che ogni goccia del suo sangue sta tremando, ma il maestro è scomparso e ciò provoca un enorme dolore al suo discepolo, che si sente abbandonato da colui che l'aveva assistito come un padre, e la bellezza dell‘Eden intorno a lui non gli impedisce di abbandonarsi a un pianto dirotto.

Il progetto di Dio era stato distrutto da Adamo ed Eva, ma Lui ha stretto un nuovo patto con il suo popolo con la vita e la morte di Cristo, quindi l'allegoria del carro ha un carattere universale, cosmico. In questa dimensione appare Beatrice vestita di Fede, Speranza e Carità per una sorta di resa dei conti privata. Alcuni angeli quasi intercedono per Dante che piange, ma Beatrice insiste con sarcasmo crudele e gli rinfaccia gli errori. All'interno del progetto cosmico ognuno si riscatta attraverso la propria personale esistenza. Dunque nell’universalità c'è anche la dimensione privata. Tutti dobbiamo attraversare la salvezza, cercando ognuno la propria via.

Beatrice, di fronte agli angeli, afferma che Dante è un soggetto di eccezione, fatto oggetto di capacità e meriti, con una particolare altezza spirituale. Ma se il cattivo seme si trova in un terreno buono, il seme riesce a crescere bene e a far emergere le cattive inclinazioni che avranno sviluppo. Dante si è tolto a Beatrice e si è dato ad altre donne e ad altri interessi. Beatrice dice che per lui era divenuta meno cara e Dante era caduto nel peccato, rompendo il patto con Dio. Beatrice deve essere spietata, perché deve farlo piangere, questo è il preludio alla confessione e solo quando Dante si scioglie in lacrime, solo allora sarà pronto a salire le stelle..

LA DIMENTICANZA

Il riveder le stelle passa attraverso un rituale: bisogna compiere l'espiazione, bere l'acqua del fiume Lete, le acque della dimenticanza. Dopo il pentimento arriva l'oblio, con l'aiuto di Matelda. Si deve dimenticare il passato senza alcun rimorso, il male è stato commesso, il pentimento è avvenuto e se n'è pagato il prezzo,  ma ad un certo punto non bisogna più guardarsi alle spalle, perché si rimarrebbe prigionieri del passato, ma guardare avanti perdonando e perdonandosi.

 

Io ritornai da la santissima onda 
rifatto sì come piante novelle 
rinnovellate di novella fronda, 
puro e disposto a salire alle stelle. 

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