top of page

La commedia dalla materia al digitale

(passando per l'oriente)

Dante nell'arte III
00:00 / 07:48

«Dante non è solamente un visionario e uno scrittore; è anche uno scultore. La sua espressione è lapidaria, nel senso buono del termine. Quando descrive un personaggio, lo rappresenta solidamente tramite gesti e pose. [...] Ho vissuto un intero anno con Dante, vivendo di nulla se non di lui e con lui, disegnando gli otto cerchi dell'inferno...»

Dopo essere stato respinto per ben tre volte all’esame di ammissione dell’Accademia di Belle Arti parigina, impiegato il proprio talento scultoreo in ambito industriale e fatto la sfolgorante conoscenza con le opere di Michelangelo attraverso alcuni viaggi in Italia, Auguste Rodin (1840 – 1917) ottenne la commissione più prestigiosa della sua carriera nel 1880: il Ministero delle Belle Arti gli chiese di realizzare una porta da destinare al Museo di Arti figurative di Parigi, in fase progettuale in quegli anni, e poi mai realizzato.

Rodin si dedicò al progetto della Porta dell’Inferno anima e corpo (tant’è che la struttura venne effettivamente fusa in bronzo 10 anni dopo la sua morte).
Ispirato all’Inferno dantesco, le 186 figure presenti vogliono rendere il caos disordinato degli Inferi e allo stesso tempo essere una riflessione sulla condizione umana: le figure ed i gruppi rappresentati, risultano soli ed isolati nel loro tormento.

Sulla sommità della porta, le Tre Ombre rappresentano tre versioni di Adamo cacciato dal Paradiso Terrestre. Sulla traversa dei battenti, il Pensatore, la personificazione di Dante che medita sulla sua creazione. Sospesa la logica sequenza narrativa, tra le figure presenti solo due gruppi sono espressamente riconducibili alla Commedia, ossia quelli che rappresentano il Conte Ugolino con i figli e Paolo e Francesca.

Per ulteriori approfondimenti, Musée Rodin.

Porta dell'Inferno, 1880 - 1917,

bronzo, 634 x 400 x 85 cm

Musée Rodin, Parigi

Rodin_Porte_enfer.jpg
Gates_of_Hell.jpg

Né Dante né Rodin avrebbero potuto immaginare che nel lontanissimo 2010 d.C. sarebbero stati citati (molto liberamente…) dalla statunitense EA, società attiva nel settore videogiochi, in Dante’s Inferno: Dante, veterano della Terza crociata, deve compiere un viaggio attraverso i nove terribili gironi infernali e affrontare i propri peccati per cercare di salvare l'anima della sua amata Beatrice da Lucifero.
Licenze di trama a parte, è interessante che gli ideatori del gioco abbiano proprio ripreso la porta di Rodin come accesso infernale, come da screen qui a fianco.

Se preferite vederla "in scena" cliccate qui!

Al traino del successo del videogame, sempre nel 2010 viene prodotto il film Dante's Inferno: An Animated Epic, riproposizione del gioco in formato pellicola. 88 minuti di discesa negli Inferi, che la scrivente non consiglia di sostituire allo studio della prima cantica dantesca ma di cui trovate una bella recensione
 qui!

La nostra escursione nelle opere di diversa natura che risentono della contaminazione dantesca non potrebbe considerarsi conclusa senza una tappa in Giappone, dove il mangaka Nagai Go, da sempre ispirato dalla Divina Commedia (citata e richiamata spesso nelle sue opere), ha dedicato a testo dantesco una trasposizione fumettistica: ダンテ神曲 (Dante Shinkyoku).
Pubblicata in 3 volumi da Kōdansha tra il 1994 e il 1995, due dedicati all’Inferno e il terzo al Purgatorio e al Paradiso, l’opera sbarca in Italia targata d/visual nel 2006-2007. Riedita nel 2014 da Edizioni BD, nel 2019 è stata ristampata in edizione omnibus.

Per ulteriori approfondimenti, Artribune e Stay Nerd hanno pubblicato due lunghi e dettagliati articoli nel 2019.

bottom of page