Dante oltre la commedia
Per parlare dell’influenza dantesca nella cultura letteraria e figurativa britannica non si può non citare Rossetti (1828 – 1882): al secolo Gabriel Charles Dante, sulle sue creazioni – che si parli di pittura, illustrazioni, traduzioni, poesia – si firmò sempre Dante Gabriel.
Un nome un destino.
L’amore per il personaggio, derivato dal padre, studioso di letteratura di origini italiane, divenne uno dei perni della produzione del giovane fondatore dei Preraffaelliti: anche gli altri membri della Confraternita si ispirarono a testi di Dante e Boccaccio – oltre a più “recenti” Keats, Milton e Shakespeare – ma il legame che Rossetti sentiva di avere con l’Alighieri lo portò a tradurre dall’italiano all’inglese la Vita Nova e a rintracciare elementi dell’amore di Dante per Beatrice Portinari nella sua relazione con Elizabeth Siddall, prima musa e poi moglie dell’artista.
1863 - Fotografia di Lewis Carroll.
“vidi lungo me uomini a’ quali si convenia di fare onore … Quando li vidi, mi levai, e salutando loro dissi : ‘ Altri era testé meco ’”.
Del 1853 è l’acquarello Il primo anniversario della morte di Beatrice. Tratto da un passo della Vita Nova, Dante è colto addolorato mentre, inginocchiato sul pavimento, realizza lo schizzo di un angelo per l’anniversario della morte di Beatrice.
Tra i presenti in scena, pur non essendo citata dal testo originale, anche Gemma Donati, futura moglie di Dante.
Sempre poco interessato alla resa naturalistica, Rossetti gioca su minuti dettagli e richiami simbolici: l’edera rappresenta la memoria, il giglio la città di Firenze (come ci avrebbe suggerito l’Arno visibile dalla finestra). Teschio e clessidra, a richiamare la Vanitas, la melagrana, che trattiene Prosperpina nell’Ade per sei mesi l’anno…
1853, acquerello
41,9 cm x 60,9 cm
Sempre a la Vita Nova, all’amore e al dolore provato per la morte di Beatrice è ispirato Beata Beatrix.
Visibile in secondo piano con la personificazione dell’Amore, avvolto dalla luce, sullo sfondo di un rosso e nebbioso tramonto su Ponte Vecchio, Dante osserva Beatrice, colta col viso rivolto verso l’alto, le mani quasi giunte in preghiera, mentre immagina la sua morte.
Vestita come narrato nel Paradiso della Commedia (una veste color porpora e un mantello verde), circondata da un caldo bagliore, la meridiana che segna le nove, l’ora della sua morte, secondo Dante.
Da lettere di Rossetti, sappiamo che i colori delle vesti stavano a significare “i colori della speranza e dell’afflizione, come pure dell’amore e della vita” e che il quadro “non intende in alcun modo essere una rappresentazione della Morte … quanto invece renderla sotto forma di uno stato ipnotico, nel quale Beatrice seduta sul balcone affacciato sulla città viene dalla Terra d’un tratto rapita in Cielo…”.
Il dipinto va legato alla morte di Elizabeth Siddal, avvenuta nel 1862, probabilmente per l’assunzione di una eccessiva dose di laudano: a questo rimandano la colomba rossa (simbolo dell’amore ma “messaggera di morte”) che depone tra le mani della donna un papavero bianco (la pianta da cui si estrae il laudano).
Lizzie, come Beatrice, ha subito una “repentina trasformazione spirituale”, e appare come una visione, con i suoi celebri capelli rossi e le labbra semiaperte.
1864-1870 ca, olio su tela
86,4 cm x 66 cm
Tate Britain, Londra
La Pia de' Tolomei, 1868-1880
olio su tela, 104,8 cm x 120,6 cm
Spencer Museum of Art, Kansas
Il cordoglio per la moglie prematuramente scomparsa non impedì comunque a Rossetti di intessere relazioni sentimentali con le sue modelle, e Jane Morris (moglie di William Morris) posò come Pia de' Tolomei, nell’omonima tela ispirata dal canto V del Purgatorio.
Nell’episodio, Dante incontra Pia, donna di Siena imprigionata – e poi uccisa - dal marito in un castello dell’allora paludosa Maremma toscana.
Raffigurata come una martire, Pia è circondata da tralci d’edera, simbolo di fedeltà, mentre tormenta con le dita l’anello nuziale. Il tempo passa (la meridiana), il marito l’ha abbandonata (le lettere in primo piano), il rosario e il libro di preghiere come unico passatempo, alludono anche al nome della donna. Lo sguardo triste è perso nel vuoto, mentre al di là dei bastioni del castello il cielo minaccia tempesta, e lo stormo di corvi preannuncia la sua morte.
La cornice, come spesso avviene nelle opere di Dante Gabriel, riporta i versi corrispondenti tradotti dal testo dantesco (130-136):
"Deh, quando tu sarai tornato al mondo
e riposato de la lunga via",
seguitò 'l terzo spirito al secondo,
"ricorditi di me, che son la Pia;
Siena mi fé, disfecemi Maremma:
salsi colui che ’nnanellata pria
disposando m’avea con la sua gemma".
Jane Morris fu anche protagonista della più grande tela mai dipinta da Rossetti, Il sogno di Dante nel momento della morte di Beatrice.
Il sommo poeta si trova, in piedi, davanti al letto dove giace Beatrice morente mentre stringe la mano di un angelo dal vestito rosso chinato per dare l’ultimo bacio alla donna. Ai lati del letto, due figure femminili in abito verde reggono un drappo di stoffa con il quale coprono il corpo di Beatrice. Ovunque, rose e colombe rosse, a simboleggiare l’amore di Dante, il cui sguardo malinconico, sembra mettere a fuoco unicamente la donna ormai prossima al sonno eterno.
Allor diceva Amor: "Più non ti celo;
Vieni a veder nostra donna che giace"
L'immaginar fallace.
Mi condusse a veder mia donna morta;
E quando l'avea scorta,
Vedea che donne la covrian d'un velo;
Ed avea seco umiltà si verace,
Che parea che dicesse: Io sono in pace.
(La Vita Nuova)
SOMNIUM DANTIS IN EXTREMA BEATRICIS HORA / JUNII DIE. 9 ANNO 1290 - 1871, olio su tela, 216 cm x 312,4 cm
Walker Art Gallery, Liverpool
Per ulteriori approfondimenti, I Preraffaelliti - Heather Birchall.