Il Riscatto dell'anima
Già i primi cristiani avevano voluto investire nel Cielo e la mentalità purgatoriale prevedeva una sorta di accumulo di «tesori» proprio in Cielo. Se le buone azioni hanno un'utilità, devono essere spese altrove, ma i peccati vanno scontati in Cielo ed è questa la mentalità purgatoriale.
DANTE contro il REGIME ECCLESIASTICO?
L'invenzione di Dante è contro il regime ecclesiastico delle indulgenze. A questo proposito è emblematico l'episodio di Manfredi che è nella Antipurgatorio, Alle falde della montagna trovare Manfredi era come oggi trovarci Stalin o Hitler perché per tutti Manfredi è all‘Inferno, in quanto più volte scomunicato e caduto in disgrazia della Chiesa, infatti per lui fu celebrato il funerale di un dannato.
Manfredi di Svevia
Manfredi è un personaggio gravato di peccati e di elementi negativi, ma viene presentato come l'eroe di un poema cavalleresco ed il suo corpo fittizio presenta due ferite. Dante si disdice di averlo mai visto e Manfredi compie un gesto quasi cristologico, mostrando il suo petto e sorridendo, perché non vuole che Dante si spaventi.
Manfredi è reticente quando, parlando con Dante, deve alludere a situazioni spiacevoli e disturbanti. Spiega che si rende volentieri a Dio, ammettendo di essere stato un grande peccatore arreso a Dio piangendo. Quindi la propaganda guelfa non era stata così sbagliata, nei suoi confronti.
Manfredi ricorda il suo funerale dissacrante quando il vescovo di Cosenza, scatenato da papa Clemente, senza leggere la faccia di Dio, ordina di infierire sul suo cadavere e quelle povere ossa sono ancora in balia degli eventi atmosferici. Il funerale di Manfredi è quello di un uomo considerato perduto che la Chiesa può maledire quanto vuole, ma contro il quale non può arginare l'eterno Amore di Dio.
Manfredi e Dante: un incontro scandaloso?
Chi è scomunicato deve aspettare trenta volte il tempo in cui è stato scomunicato, come nel caso di Manfredi. Ma cosa insegna questo incontro quasi scandaloso? Impariamo che nessuna scomunica può separare la creatura dal suo Creatore, infatti basta pentirsi e la colpa viene rimessa gradualmente. Per Dante non bisogna pagare, la colpa non può essere semplicemente superata, se non c’è pentimento. In Purgatorio nessuno arriva attraverso il sacramento della confessione, bensì attraverso il rapporto diretto tra la creatura e il suo Creatore. Dante non rappresenta mai un'anima salva attraverso il sacramento della confessione. Il tema dell'indulgenza era già stato ribadito nel Concilio di Lione, grazie al riscatto con le elemosine, le messe e le preghiere volte ad acquistare le indulgenze per i defunti, però tutto ciò non interessa a Dante che non parla mai di questo. Anzi, in modo più radicale, Manfredi afferma che le preghiere e ricordi dei parenti gli permetteranno di avanzare, ma non parla mai né di elemosine né di messe.